I laboratori rappresentano un percorso di empowerment sistematico, strutturato e monitorato: non si configurano come un aiuto occasionale o improvvisato per tamponare una necessità didattica, ma mirano all'acquisizione di obiettivi a lungo termine e di autonomia.

I laboratori si caratterizzano per una triplice strutturazione: una prima fase di training metacognitivo, seguita dal potenziamento di un processo cognitivo specifico che si conclude con l’applicazione di tali meta-apprendimenti ai "compiti".

Nella parte metacognitiva, si riflette con il bambino sulla natura di un compito, ad esempio di un riassunto, di un esercizio di matematica, di una ricerca di scienze.

Nella parte cognitiva, si sceglie quale funzione potenziare in modo molto specifico attraverso esercizi che stimolino l’apprendimento di tecniche di controllo e potenziamento della funzione da rafforzare.

Nella parte didattica, si promuove l’applicazione delle tecniche ai compiti specifici che poi vengono svolti dal bambino sotto supervisione dello psicologo con l’ausilio di strumenti compensativi e dispensativi, incoraggiandolo e rinforzandolo.

Diviene indispensabile un cambiamento nella rappresentazione sociale che si attribuisce alla parola doposcuola e alle sue finalità: doposcuola inteso non come strumento per la mera conclusione dei compiti, ma come metodologia centrata su una visione interattiva che incrementi l’autonomia, attraverso strategie (anche tecnologiche) e capacità di auto-monitoraggio che consentano agli studenti di provvedere da soli ad organizzare il proprio processo di apprendimento, dalla lezione in classe all’esercizio da fare a casa. Occorre evitare che il tutor si sostituisca al bambino, meta-comunicandogli che da solo non sarebbe capace o sarebbe troppo lento e impreciso, alimentando così la sua dipendenza.